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Discussioni generali

Pubblico·20 membri

BERGOGLIO

Certamente questa mia riflessione mi porterà nemici e detrattori, ma non riesco a silenziare la mia coscienza di cattolico.

     Quanto sta succedendo dopo la morte di Bergoglio è uno spaccato sociologico perfetto per capire come può facilmente nascere una dittatura. Chi osa parlar male di questo gestore è subito isolato, rimosso, attaccato, perseguitato. Bergoglio, da buon conoscitore della storia latino-americana ha saputo usare tutti i mezzi per ammaliare le masse: compiacente, pubblico, sorridente, popolare e populista, tollerante (ma guai a toccarlo come ha osato fare quella povera fedele cinese durante la passerella), cassa di risonanza di tutti i luoghi comuni più diffusi, in dialogo con tutti (ma intollerante con chi all’interno della Chiesa non la pensava come lui, tanto che suore e sacerdoti sono stati o scomunicati o esiliati!), improvvisatore confuso purché capace di sollevare consensi. Alla massa poco importa delle follie dottrinarie, degli errori di fronte al Magistero bimillenario e alla Tradizione, del disorientamento provocato presso i fedeli, presso sacerdoti e teologi. Ha obbligato a dividerci: chi si è prostrato di fronte alla sua demagogia, chi si è sentito solo e non rappresentato da chi invece avrebbe dovuto farlo. Oggi si sentono le banalità mass-mediali più seducenti: il papa degli ultimi, il papa vicino alla gente, il papa riformista, il papa progressista, il papa che ascoltava tutti e superficialità del genere. Un falso non è differente dall’originale per evidenti errori e manomissioni: sarebbe una “patacca”. Il falso si riconosce in particolari che chi ha, purtroppo, l’occhio esperto coglie e riconosce e che i più non vedono e non immaginano neppure. I miei cinque anni di teologia, sei di filosofia, 35 d’insegnamento della Religione cattolica, sei anni d’insegnamento di Teologia morale alla LUMSA, 30 anni di docenza al Laterano, oltre a libri e conferenze, credo siano sufficienti per filtrare umilmente ma correttamente l’operato di Bergoglio. Quanti cattolici ha lasciato senza rappresentanza, in balia del caos! Ma la folla ciecamente lo segue: il “vero papa” ho letto da qualche parte! Come basta poco per muovere la massa e stordirla rendendola acritica! La strategia è la medesima delle dittature, qui operata in modo “democratico”, demagogico, dove domina l’apparenza, la visibilità anche imprevista che lascia il segno, la presenza in luoghi o siti mai frequentati dai precedenti pontificati: è così facile muovere l’elementare pathos della gente! Ma anche qui è nato solo caos. Ciò che è sacro è tale perché segna la differenza. Annullarla significa profanare: infatti, se in uno spazio sacro (sinagoga, chiesa o moschea) faccio le stesse cose che faccio un metro al di là della soglia (parlare , fumare, ridere, ecc.) ecco che, annullando la differenza (qui differenza spaziale) vado a profanare quel luogo. Se passiamo sulla linea del tempo e, nel giorno sacro di festa faccio quello che ho sempre fatto negli altri giorni, annullo anche qui la differenza e profano il giorno sacro. Bergoglio ha cercato la via banale che già qualche anno fa aveva sedotto molte madri: voler essere amiche della loro figlia.  Un disastro! Il ruolo che segna la differenza e, soprattutto, fa da riferimento e punto di autorevolezza, si annulla, si equipara a tutto il resto, si profana, perde ogni sacralità, ogni significato, perché questo va a confondersi con il significato di tutte quelle altre realtà nelle quali si è confuso. Partecipare a questa o a quella trasmissione, andare per strada ed altre demagogiche trovate populiste non hanno fatto altro che vanificare ogni sacralità all’istituzione papale, confusa con quella di qualunque altro cittadino. Bergoglio come uomo è un qualsiasi cittadino, ma come papa è chiamato “Santo Padre” e certo non perché sia santo Bergoglio, ma perché è santa l’istituzione che in quel contesto particolare è “riempita” da Bergoglio. E l’istituzione resta santa anche se il personaggio che la riveste fosse indegno. Non si dimentichi che per questo preciso motivo che ho appena chiarito c’è stata la condanna del Donatismo. Bergoglio ha così narcisisticamente privatizzato la carica che rivestiva, da farla coincidere con la sua persona e questo, se piace alla gente che quasi non crede ai suoi occhi di potersi fare un selfie con Bergoglio in strada, è sul piano storico-religioso e teologico un ulteriore colpo al sacro e un conseguente incremento del disorientamento, del caos che quest’uomo ha causato su altri piani. Le riforme nella Chiesa vanno fatte, ma sorrette teologicamente, giustificate dottrinariamente e non sociologicamente o politicamente (cioè ideologicamente). Voglio sperare che al disastro-Bergoglio il suo successore possa almeno in parte porre rimedio.

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Unknown member
May 10

Non Dia a bergoglio un ruolo che non ha. Non è un politico. Legga la sua biografia professore. Non cada in questi giochi che non fanno il bene della chiesa. Detto questo le conservo affetto e stima, però le dico che mi recano tanto dolore le sue affermazioni. Perché bergoglio ha dato voce a tanti che non l’avevano.


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Roberto Rossi Filosofo

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