IN ATTESA DELL’ELEZIONE DEL PONTEFICE
Ora che sono passati alcuni giorni dalla morte di Bergoglio e un distacco inevitabile si è via via manifestato per rendere più lucida e articolata una possibile analisi sul suo operato, si sono create le condizione per cercare e indicare, il più possibile serenamente, una possibile chiave di lettura.
Prendo avvio da quanto Bergoglio dichiarò alla Pontificia Università Lateranense. Alla cortese richiesta di alcuni colleghi di chiarire quale fosse la strategia pastorale che stava già allora attuando, rispose: “io voglio partire dalle periferie più lontane per portare gli uomini a Cristo”. E, in effetti, questo ha poi cercato di realizzare.
È un’affermazione che sintetizza bene l’ambiguità in cui è caduto tutto il suo operato e altrettanto bene chiarisce come la prima impressione, quella che per comodità definiamo e definiremo “popolare”, non può che plaudire una tale prospettiva.
Ma le cose, purtroppo, stanno diversamente.
Se si vuole…
Mi sento di dirle che ha avuto piena continuità con l’operato di altri papi. Veda ad esempio albino Luciani di cui ho rivisto in questi giorni alcuni stralci del suo pontificato e mi ha ricordato molto quello di bergoglio. L’errore forse è proprio questo lasciarsi cuocere in un brodo di leoni ma del resto anche Cristo si è lasciato crocifiggere. Ergo la mia risposta è sì.