COMPAGNI DI VIAGGIO
Quando mi è possibile farlo, guardo da vicino un animale, gli guardo il muso, gli occhi, la sua bellezza inconsapevole, le diverse espressioni vigili e talvolta per noi incomprensibili. E dico a me stesso: occupi il mio stesso momento storico nell’universo, il medesimo spazio, ma, giustamente, mi ignori, perché saggiamente sai che è un attimo che svanirà e, in esso, tu ed io siamo niente. E ne invidio il distacco acritico, la levità della vita, l’apatico indifferente sguardo sugli eventi. Poi mi ricordo dei miei doveri di uomo, delle mie responsabilità, dei miei interrogativi e ritorno faticosamente in me stesso. Grazie, comunque, amico mio, di avermi dato per un attimo l’inumano distacco dal senso del mondo.
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